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Player trading Napoli 2025: quando il saldo di bilancio è più bello del saldo tecnico. L'analisi dei conti azzurri

La campagna acquisti 2025 del Napoli, sessione invernale ed estiva, rappresenta un caso emblematico di come un club possa muoversi non solo con l'obiettivo sportivo, ma anche con attenzione alla sostenibilità economica.


Vincenzo ImperatoreVincenzo ImperatoreAnalista finanziario e giornalista

02/09/2025 21:00 - Altre notizie
Player trading Napoli 2025: quando il saldo di bilancio è più bello del saldo tecnico. L'analisi dei conti azzurri

Il calciomercato è di solito raccontato come un romanzo di trattative, colpi last minute e sogni dei tifosi. Ma dietro i titoli e le foto di presentazione c’è un’altra storia, meno appariscente ma fondamentale: quella dei numeri. La campagna acquisti 2025 del Napoli – che, con riferimento all’anno solare, comprende sia la sessione invernale (conclusa a gennaio 2025) sia quella estiva (terminata il 1° settembre 2025) – rappresenta un caso emblematico di come un club possa muoversi non solo con l’obiettivo sportivo, ma anche con grande attenzione alla sostenibilità economica. Anzi, il vero paradosso è che il saldo economico-finanziario del player trading 2025/26, nonostante l’imponente campagna acquisti, appare persino più brillante del saldo tecnico, a dimostrazione di quanto il Napoli abbia saputo coniugare conti in ordine e scelte di mercato.


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Per chiarezza, abbiamo fatto una forzatura metodologica: i bilanci delle società calcistiche, infatti, seguono generalmente il periodo giugno-giugno. Questo significa che il mercato invernale incide sull’esercizio in corso (2024/25), mentre quello estivo rientra nell’esercizio successivo (2025/26). Per semplificare la lettura e rendere più immediato l’impatto del player trading, abbiamo quindi ricostruito i dati come se si trattasse di un ipotetico esercizio contabile “gennaio-dicembre 2025”.


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In secondo luogo, per individuare ricavi e costi certi derivanti dal player trading, abbiamo adottato un particolare principio di competenza che si basa sul fatto che ogni acquisto o cessione non pesa solo come cifra secca, ma entra nei conti in modi diversi:

Le cessioni (come quelle di Osimhen o Kvaratskhelia) generano ricavi immediati. Se il giocatore era stato acquistato anni prima ed è ormai ammortizzato, gran parte dell’incasso diventa “plusvalenza”, cioè un guadagno netto a bilancio.

Gli acquisti a titolo definitivo (come Beukema, Lang o Gutiérrez) non pesano per intero nell’anno di registrazione: il costo del cartellino viene ripartito sulla durata del contratto. Ad esempio, un giocatore pagato 25 milioni con un accordo di 5 anni pesa 10 milioni sul bilancio del primo anno. Questo meccanismo si chiama ammortamento.

I prestiti onerosi (come Okafor, Højlund o Elmas) incidono invece subito per intero nell’esercizio in cui vengono perfezionati, perché sono costi “a fondo perduto”. Se poi il prestito prevede un diritto o un obbligo di riscatto, la somma relativa sarà contabilizzata nell’esercizio successivo, al momento dell’acquisto definitivo

Un’ultima raccomandazione a chi si appresta a leggere il resto dell’articolo: non soffermatevi sul milione in più o in meno, perché qualche dettaglio può sempre sfuggire. L’obiettivo non è la precisione assoluta – senza avere accesso a contratti e bilanci aggiornati sarebbe impossibile – ma offrire un’analisi ragionata e comprensibile delle dinamiche economiche del mercato azzurro.

Il mercato di Gennaio

A gennaio, la mossa più clamorosa: la cessione di Khvicha Kvaratskhelia al PSG per 70 milioni di euro. Una cifra enorme, che ha trasformato i conti della società. In entrata sono arrivati rinforzi a basso costo: il giovane Hasa per 500mila euro e qualche prestito oneroso (Okafor, Billing, Scuffet) che nel complesso hanno pesato per circa 6 milioni.

Il risultato? Un saldo positivo di oltre 64 milioni, che ha dato respiro immediato alle casse e messo in sicurezza i conti della stagione.

Il mercato estivo

Il Napoli ha salutato due pilastri come Victor Osimhen (75 milioni) e Giacomo Raspadori (22 milioni), oltre ad altre cessioni minori (soprattutto prestiti onerosi), per un totale di circa 126 milioni di entrate certe.

Con questo tesoretto, la società ha reinvestito con intelligenza: Beukema (30 mln), Noa Lang (25 mln), Miguel Gutiérrez (18 mln), Vanja Milinković-Savić (15 mln), Lorenzo Lucca (9 mln), Luca Marianucci (9 mln dall’Empoli), Elmas (2 mln di prestito oneroso), Rasmus Højlund (6 mln di prestito oneroso con obbligo condizionato di riscatto fissato a 40 mln per l’esercizio successivo), e Kevin De Bruyne, svincolato ma con 10 milioni di euro di bonus alla firma.

Totale speso nell’esercizio 2025: circa 124 milioni. Totale incassato: 126 milioni. Anche qui, saldo positivo ma più ridotto: +2 milioni.

Pertanto, se guardiamo solo all’ipotetico conto economico dell’anno solare 2025, il Napoli ha messo da parte circa 66 milioni netti derivanti dal player trading (64 milioni a gennaio + 2 milioni in estate).

Ammortamenti e bilancio: la magia della contabilità calcistica

Fin qui il calcolo sembra semplice: quanto speso, quanto incassato, saldo positivo. Ma il calcio, nei suoi bilanci, non funziona così in maniera lineare: il quadro diventa più sfaccettato e interessante quando si entra nel dettaglio delle scritture contabili.

Le cessioni di Osimhen e Kvaratskhelia, acquistati anni fa e ormai quasi del tutto ammortizzati, hanno generato plusvalenze enormi (circa 140 milioni di euro), cioè ricavi che finiscono quasi interamente come profitto a bilancio.

Gli acquisti, invece, incidono in maniera diversa. Il Napoli adotta da anni un sistema di ammortamento a quote decrescenti: circa il 40% del costo del cartellino viene imputato nel primo anno, poi quote via via minori nei successivi. In altre parole, il peso è molto alto subito e più leggero negli anni a venire.

Ecco una stima dell’impatto nel primo anno (2025/26):

Tabella mercato Napoli 2025

A questi vanno aggiunti:

10 mln di bonus alla firma per De Bruyne (interamente a bilancio nel 2025)

6 mln per il prestito oneroso di Højlund (2025)

2 mln per il prestito oneroso di Elmas (2025)

 Totale costi “primo anno” imputati a bilancio ≈ 60,4 mln

Pertanto il saldo “estivo” è positivo per circa 80 milioni di euro.

Tradotto: nel bilancio 2025, nonostante la campagna acquisti più imponente degli ultimi 25 anni, il Napoli vedrà comunque circa 150 milioni di utile netto da player trading (64 in inverno e 80 in estate)

Il significato per il futuro.

Per capire davvero la portata del mercato 2025 del Napoli bisogna prima di tutto uscire da una logica superficiale: i soldi ricavati dalle cessioni non devono necessariamente essere reinvestiti per intero in nuovi cartellini, ma vanno utilizzati per garantire la copertura di tutte le spese di gestione – dagli stipendi alle trasferte, dai costi organizzativi a quelli strutturali. È questo principio basico – player trading come fonte stabile di ricavo, unito al controllo rigoroso dei costi – ad aver consentito al club di mantenere la propria sostenibilità, pur sopportando per anni il coro ironico dei tifosi “Pappò cacce ’e sorde”.

Il saldo economico-finanziario del player trading 2025/26, infatti, è persino più bello del saldo tecnico. Perché se sul piano sportivo non tutti i nuovi arrivati sembrano poter garantire subito lo stesso peso dei partenti – con Beukema che forse può far meglio di Rafa Marín, ma con altri acquisti (Noa Lang e Lucca su tutti) ancora tutti da valutare – sul piano dei conti il Napoli ha ottenuto un risultato limpido, virtuoso e difficilmente criticabile.

E proprio qui sta la forza del club: dimostrare che il vero successo non è solo saper comprare o vendere bene, ma soprattutto mantenere i bilanci in equilibrio e costruire, anno dopo anno, la propria solidità.


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Vincenzo ImperatoreVincenzo Imperatore
Laureato in Economia e Commercio, ha lavorato 22 anni come manager di un istituto di credito. Dal 2012 è un libero professionista, saggista, scrittore e giornalista pubblicista. Collabora con importanti testate.

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